Progetto

Coloro che si occupano di apprendimento in senso lato deplorano spesso la mancanza di motivazione, il discredito in cui vengono gettati i procedimenti cognitivi un po’ elaborati ed i problemi di comportamento che ne derivano. La gestione mentale è un approccio pedagogico in grado di gettare nuova luce e fornire un aiuto concreto agli insegnanti e a chi apprende su tali problematiche.

La gestione mentale descrive i “gesti mentali” e può quindi “mostrarli” a tutti coloro che hanno difficoltà di qualsiasi natura. Questa “pedagogia dei mezzi dell’apprendimento” ha come ambizione quella di dare accesso al sapere a tutti. L’aspetto democratico di tale approccio è il suo punto di forza.

Il nostro progetto è incentrato su una delle nozioni fondamentali della gestione mentale: «l’evocazione» che consiste nel far esistere nella propria mente ciò che viene percepito attraverso i cinque sensi.

Poiché la gestione mentale è uno strumento estremamente utile, ma ad oggi poco conosciuto, l’obiettivo del progetto è raccogliere sequenze reali, testimonianze ed esempi diversi e costruire, a partire da una base teorica minima, due moduli di formazione, il primo destinato alla formazione iniziale ed il secondo alla formazione continua.

      

Motivazioni e contesto del progetto

Partiamo da una riflessione :
Tra gli ambiti citati più di frequente da insegnanti e formatori, le seguenti difficoltà sono percepite come temibili ostacoli ai progressi compiuti dagli allievi :

  • eterogeneità di ritmi, profili e stili d’apprendimento dei gruppi;
  • mancanza di attenzione e concentrazione;
  • aggressività e intolleranza;
  • iperattività,
  • difficoltà di accesso al senso e di comprensione dei compiti;
  • immagine negativa di sé, scoraggiamento;
  • de-centramento e mancanza d’interiorità;
  • difficoltà di memorizzazione;
  • difficoltà di passare all’atto;
  • mancanza di ri-flessione;
  • senso inesistente o debole delle relazioni: tra supporto e significato, tra elementi e contesto;
  • assenza di un sistema di riferimento, di valori;
  • mancanza di creatività;
  • ecc.

Le difficoltà citate sono più o meno collegate tra loro da un denominatore comune: l’assenza d’interiorità, di conoscenza di sé e di fiducia in se stessi.

La conoscenza del prossimo passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso” diceva Paul Valéry. “Alcuni parleranno di presenza a se stessi, di verticalità o di silenzio interiore, altri ancora di ricentramento

Hélène Trocmé-Fabre, J'apprends, donc je suis , pp. 128-129.

Queste riflessioni accomunano gli osservatori dell’apprendimento in senso lato in tutta Europa. La gestione mentale può risolvere tali difficoltà, la mancanza d’interiorità e di conoscenza di sé. Proponendo di lavorare sulla presa di coscienza dei processi cognitivi essenziali, infatti, la gestione mentale stimola un lavoro interiore che diventa necessariamente ricentramento, sospensione del flusso di pensieri e sollecitazioni esterne che relegano l’essere umano alla superficie di se stesso. Tale approccio si colloca chiaramente in ambito cognitivo e pedagogico e non psicologico, anche se a livello pratico tali ambiti sono molto vicini. La gestione mentale è quindi una pedagogia dei mezzi dell’apprendimento.

L’analisi delle abitudini mentali di diversi soggetti ha consentito ad A. de La Garanderie, iniziatore di questa pedagogia, di individuare numerosi procedimenti cognitivi. Grazie a questo studio, infatti, è riuscito ad evidenziare il ruolo fondamentale dell’evocazione come strumento del pensiero. Ha inoltre spiegato i processi mentali che occorre attuare per poter compiere i “gesti” mentali essenziali: fare attenzione, memorizzare, capire, riflettere, immaginare.

Se tali gesti possono essere descritti similmente ad un gesto fisico, è evidente che possono essere insegnati come una qualsiasi altra disciplina. Il grande vantaggio di questa pedagogia consiste nel nominare, rendere espliciti i procedimenti fondamentali di ogni apprendimento, spesso dati per scontati, ma mai descritti chiaramente a bambini, allievi, insegnanti, logopedisti, educatori…. Ogni individuo diventa pertanto consapevole delle proprie abitudini mentali (che spesso pratica da tempo e in tutti gli ambiti) e può in tal modo arricchirle, modificarle, ampliarle. In altre parole, tale pedagogia fornisce all’individuo uno strumento per agire sulle proprie abitudini mentali. Un insegnante, quando insegna, utilizza sempre le proprie abitudini mentali educative: come può apprendere a tener conto delle abitudini degli altri se nessuno lo porta innanzitutto ad essere consapevole di ciò che fa mentalmente e che per lui risulta efficace? E successivamente a scoprire l’esistenza di altri modi di procedere? Si tratta di una procedura vera e propria che implica necessariamente l’osservazione del proprio modo di fare, grazie all’auto-osservazione (o introspezione). Non sono trucchi o astuzie. Inoltre occorre non dimenticare la pertinenza della gestione mentale rispetto alla pedagogia differenziata.

I valori alla base della Gestione Mentale possono essere schematizzati come segue :

Conosciti te stesso

>>>
<<<

Sapere aude
Dal punto di vista cognitivo !  

Dal punto di vista cognitivo !
“Osa sapere”

In altri termini :

Osa servirti del tuo potere di conoscenza.

I valori che sottendono alla gestione mentale sono individuabili interamente nella tensione tra il “conosciti te stesso” e il “sapere aude”: è una conoscenza E al contempo un’azione, due elementi inscindibili. Tale interazione emerge nel dialogo pedagogico. La gestione mentale è quindi un procedimento che impegna chi la pratica. Si tratta di un procedimento e non di un contenuto.

Inoltre, la gestione mentale è in perfetta sintonia con la modernità che discredita il discorso perentorio e universale. La modernità si costruisce sulla pluralità dei discorsi e rifiuta qualsiasi pretesa di sapere e potere assoluti. In base al suo fondamento fenomenologico (Husserl e Heidegger), la gestione mentale descrive l’esperienza della conoscenza cercando di mettere da parte i preconcetti (idee ingenue o rappresentazioni sociali cristallizzate) e collocando al posto giusto tutti i sistemi costituiti. Si tratta quindi della traduzione pedagogica di un procedimento particolarmente adatto a questa fine del XX secolo e inizio del XXI secolo. L’ideologia è respinta e la presa di coscienza di sé e dell’altro diventano fondamentali. Ne conseguono il rispetto di sé e degli altri, quindi la tolleranza. Tale autonomia, rispetto e tolleranza consentono, in caso di passaggio dell’uomo ad un altro livello, una costruzione socio-politica veramente democratica fondata sulla conoscenza di sé e su un senso costruito e non dato.

Obiettivi

Lo scopo generale del progetto è far conoscere la gestione mentale come strumento d’accesso ai saperi per tutti, indipendentemente dal fatto che abbiano o no difficoltà di apprendimento.

Per raggiungere tale scopo, vengono fissati i seguenti obiettivi specifici :
  • costruire un modulo di sensibilizzazione per una formazione iniziale; in tale modulo saranno previsti strumenti che utilizzino le nuove tecnologie e i destinatari dell’educazione scolastica non ancora formati avranno la possibilità di scoprire o interessarsi a questa forma di pedagogia;
  • costruire un modulo di formazione continua che preveda strumenti didattici basati sulle nuove tecnologie e che consenta ad un pubblico che conosce già la gestione mentale di approfondirla e di utilizzarla in modo ancor più efficace in ambito professionale;
  • trarre vantaggio dalla diversità dei paesi europei partecipanti al progetto per approfondire, interrogare, interpellare la gestione mentale e in tal modo sostenere ed arricchire i formatori che cercano di metterla in pratica a livello individuale.

Ricordiamo infine che se i moduli sono destinati agli adulti che seguono e inquadrano l’apprendimento, risulta per noi evidente che i veri beneficiari saranno i discenti.

Aspetti innovativi

Il progetto è innovativo per diversi motivi :

  • in primo luogo, in quanto la gestione mentale genera una relazione pedagogica diversa con il discente mettendo al centro del procedimento il dialogo pedagogico, ossia una presa di coscienza da parte di ciascuno delle proprie risorse mentali;
  • in secondo luogo e a un livello diverso, in quanto la nostra proposta considera la gestione mentale come oggetto e come strumento;
  • inoltre, il progetto è innovativo perché il materiale didattico legato alle nuove tecnologie è stato sinora praticamente assente nell’ambito della gestione mentale;
  • infine, il progetto unisce partner che utilizzano la gestione mentale ora con bambini a partire da 12 mesi, ora con ragazzi della scuola media fino alla fine degli studi superiori e anche con adulti. La gestione mentale è utile a persone di ogni età, formazione o tipo di studi.

Approcci pedagogici

Questo progetto si svolgerà coerentemente con la gestione mentale, ossia rispettando e ascoltando le sensibilità di ciascuno. Dal punto di vista pedagogico ciò equivale all’attivazione costante dei seguenti valori: fiducia nell’essere umano e nelle sue capacità di cambiamento, credere nelle risorse di ognuno e nel poterle arricchire, pedagogia della proposta che invita ciascuno a divenire consapevole delle evocazioni che fa nella sua mente e delle loro caratteristiche estremamente diverse, pedagogia dell’esplicito che smonta i meccanismi dell’apprendimento, li nomina e in tal modo fornisce gli strumenti veri del cambiamento e del progresso, uso del dialogo pedagogico che mette il discente al centro dell’apprendimento (contrariamente a quanto accade nelle situazioni scolastiche abituali, colui che conduce il dialogo pedagogico non conosce mai in anticipo la risposta alle domande che pone al bambino, al ragazzo o all’adulto).

Target del progetto

Il progetto si rivolge ad un duplice target :

  • Coloro che non conoscono tale approccio e desiderano scoprirlo: insegnanti (dalla scuola materna alle superiori) di ogni ordine e grado, compresi esperti, educatori degli asili, logopedisti (o ortofonisti), educatori, psicologi, capi di istituto, genitori (v. in allegato le testimonianze di Corinne Smelten, insegnante di scuola materna, della signora Dufresnoy, madre di un bambino handicappato e di Michel Jaspar, insegnante di musica), il settore dell’industria, il personale infermieristico, ecc. Ciò che ci aspettiamo è che una tale sensibilizzazione spinga ogni individuo a ricercare una formazione più approfondita e a utilizzare la gestione mentale quotidianamente.
  • Coloro che sono stati formati e utilizzano già la gestione mentale. Essa, infatti, evolve continuamente. Così facendo e proponendo nuovi esempi, nuovi percorsi pratici e campi di riflessione e mostrando tale evoluzione, speriamo di stimolare o mantenere alta la loro motivazione. Questo strumento potrà inoltre essere utile ai formatori attuali nel loro lavoro di formazione di altri destinatari.

 

Risultati

  • Creazione di un modulo di sensibilizzazione e di un modulo di formazione continua che includano una descrizione relativamente breve della pedagogia della gestione mentale e soprattutto del materiale didattico: ogni partner dovrà costruire strumenti che permettano di mostrare la gestione mentale in azione e, in particolare, la differenza tra percezione e evocazione, l’importanza dell’evocazione in tutti i suoi aspetti e gli effetti che derivano in genere dalla presa di coscienza evocativa.
    Tali strumenti, incentrati sull’evocazione, dovranno rivolgersi ai destinatari più diversi: i piccolissimi, il pubblico scolastico: bambini della scuola materna e elementare, adolescenti e studenti delle scuole superiori, pazienti di logopedisti, adulti in situazioni molto diverse (gruppi educativi territoriali, il mondo del reinserimento sociale, adulti impegnati in animazioni di ogni tipo, spettacoli…). In questo caso si tratta quindi di mostrare la gestione mentale in azione (sequenze di lezioni, di corsi, di animazioni…. con gestione mentale, sequenze di dialoghi pedagogici, osservazione della stessa classe per diversi mesi, esercizi diversi realizzati da varie persone e seguiti da un dialogo pedagogico…).

    Tuttavia gli strumenti potranno anche raccogliere le testimonianze dei beneficiari (bambini, adolescenti, genitori, adulti di ogni settore…) nonché le testimonianze di coloro che utilizzano la gestione mentale nella loro vita (professionale e non), mostrando i cambiamenti da essa apportati.

    I risultati attesi saranno prodotti finiti aperti che invitano ad andare oltre, a farsi domande, a innescare una presa di coscienza personale. Non si tratta di elaborare una somma o una sintesi teorica, perché essa esiste già. Al termine del progetto, questi strumenti potranno assumere forme diverse: DVD , CD-Rom, cassette audio, riviste, siti web…

    Durante il progetto, ogni partner dovrà produrre almeno due strumenti didattici espressi sia in lingua francese che nella lingua nazionale degli ideatori dello strumento. Tali strumenti si rivolgono ad un pubblico duplice: persone comuni che non conoscono la gestione mentale e desiderano farlo e un pubblico già formato o in corso di formazione per permettergli di migliorare e di variare l’applicazione della gestione mentale oltre a mantenere alta la motivazione ad utilizzare la gestione mentale in ogni situazione.

  • Scambio di saperi : in occasione degli incontri tra partner una o due mezze giornate saranno consacrate all’approfondimento di un aspetto della gestione mentale, secondo le risorse di ogni partner, da precisare sin dall’inizio del progetto; verrà inoltre fissato un calendario. Ad esempio è già stato previsto un approfondimento delle basi filosofiche della gestione mentale che potrà essere completato da una riflessione sul dialogo pedagogico, strumento centrale della gestione mentale. Tutti questi contributi potranno costituire alcuni strumenti didattici (CD, libro, cassetta, corso, gruppi di lavoro,..) proposti sia in formazione iniziale sia in formazione continua.
  • Per garantire un corretto svolgimento del progetto, un comitato di controllo costituito da almeno un rappresentante per partner si riunirà tre volte all’anno in Belgio o in un altro paese partner; il coordinamento degli aspetti tecnici sarà affidato all’Inforef, mentre Initiative et Formation Belgique in collaborazione con l’Institut International de Gestion Mentale (IIGM) si occuperanno di gestione mentale.
  • Realizzazione di un sito web ad hoc del progetto sin dai primi mesi del progetto.
  • Organizzazione di un seminario di formazione in tutti i paesi partecipanti: dopo l’elaborazione dei moduli di sensibilizzazione e di formazione, ogni paese partecipante al progetto dovrà organizzare un seminario (due giorni) a cui parteciperà un pubblico conforme alle linee del progetto. Tali seminari permetteranno di sperimentare i moduli e di effettuarne una prima valutazione. I partner si occuperanno della redazione di una bozza di valutazione, con l’aiuto degli esperti che partecipano al progetto. Le informazioni così raccolte permetteranno ai partner di scambiare le loro opinioni e di stabilire eventuali modifiche da apportare ai moduli.
  • Distribuzione più ampia possibile degli strumenti prodotti, tramite le reti esistenti nelle associazioni (partner e partecipanti con coinvolgimento dei destinatari più diversi).